La via della meditazione e del silenzio

Il benessere per lo yoga

Ognuno di noi ha una propria idea su cosa sia il benessere, ma la maggior parte delle volte non siamo in grado di operare in modo da raggiungere questo benessere, che come ci suggerisce il termine “ben-essere” è uno stato d’essere nel quale ci sentiamo a nostro agio, in equilibrio. È uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano, caratterizzandone la qualità della vita. Il corpo, il respiro e la mente sono in  sintonia e permettono di sperimentare uno stato di beatitudine, che è il fine ultimo dello yoga.

Il benessere è uno stato d’essere e pertanto la sua ricerca esclude la logica del fare. Non è uno stato che si raggiunge nel fare qualcosa ma nel promuovere la consapevolezza di sé e, attraverso questa, riconoscere quali sono le condizioni che ci permettono di sperimentare uno stato di benessere e di equilibrio e quali invece quello di disagio.

Il punto di partenza è il saper valutare lo stato d’essere iniziale: come mi sento adesso?

Lo yoga ci può aiutare a trovare questa risposta dentro di noi.

La pratica ci porta all’ascolto dei messaggi provenienti dal corpo e dal respiro e questo è possibile solo se la mente è presente, nel qui e ora, e se le sensazioni provenienti dagli organi di senso non vengono analizzate: lo stato è quello di Pratyahara. La funzione di relazione con il mondo esterno, da parte degli organi di senso, viene sospesa per promuovere le sensazioni interiori, provenienti dai recettori vestibolari, muscolari e viscerali.

Le sensazioni interiori ci permettono di acquisire consapevolezza del corpo, del respiro attraverso l’esperienza, attraverso la possibilità di sperimentare il nostro corpo e il nostro respiro.

L’ascolto è sempre accompagnato dall’attenzione perché “essere distratti” significa non sapere ciò che sta accadendo. L’attenzione ci permette di ricevere le sensazioni interiori e farne esperienza, di poter osservare ciò che emerge per poter comprendere lo stato d’essere.

Il benessere va ricercato dentro di sé, promosso e coltivato.

La ricerca ci porta a valutare lo stato d’essere:

  • a livello di corpo fisico: sperimentare il corpo e ad osservare quali sono le sensazioni che emergono: tensione, disagio, distensione, equilibrio.
  • a livello di respiro: osservo il respiro, cosa sperimento? Quali sono le sensazioni che emergono?

Valuto la situazione di partenza e cerco di trasformare la tensione in distensione, il disagio in equilibrio, ma il punto di partenza è sempre la consapevolezza e la presenza mentale.

Una volta acquisita consapevolezza del proprio stato d’essere, lo yoga propone diverse pratiche che ci permettono di promuovere uno stato di benessere psicofisico, a partire dal lavoro sul corpo attraverso le pratiche delle Asana, per poi approfondire l’esperienza legata al respiro, attraverso le pratiche di Pranayama.

La pratica di Asana e Pranayama conduce verso lo stato di Prathyara per poi raggiungere gli strati più elevati del cammino dello yoga, Dharana e Dhyana.

Una volta assaporato lo stato di “ben-essere” è nostra responsabilità promuoverlo e coltivarlo attraverso una pratica costante dello yoga, attraverso il riconoscere ciò che ci conduce verso Ananda (la beatitudine) e quindi attraverso la capacità di saper scegliere ciò che ci fa star bene, al di là dei condizionamenti che ci provengono dal mondo esterno.

L’ambiente in cui viviamo, formato dal nostro vissuto, dalla nostra famiglia di appartenenza, dai rapporti interpersonali, dal momento socio-economico, ci impone dei comportamenti, dei bisogni che non sempre coincidono e soddisfano pienamente la nostra vera natura.

Tutto ciò è causa di “mal-essere”, disagio, ma la soluzione è a portata di mano. Dobbiamo  semplicemente saper scegliere cosa è meglio per noi, ciò che in linea con la nostra vera natura.

Lo yoga ci dice “Atma anatma viveka”: saper discernere tra ciò che è dell’anima e quindi importante, essenziale, da ciò che non lo è, e che pertanto è futile, banale, inutile.

Quante volte nella nostra vita abbiamo investito grandi risorse ed energia nell’inseguimento di un qualcosa che non nutre la nostra anima, portandoci così lontano da quello stato di beatitudine e serenità desiderato?

Come afferma Patanjali, lo yoga ci viene in aiuto in tutti quei momenti in cui è il disagio ad emergere:

Atha yoganusasanam P.Y.S. I,1 Adesso inizia la disciplina dello Yoga.

Ogni momento può essere il nostro momento per iniziare o intensificare le pratiche yogiche, in modo da ricreare uno stato di equilibrio e benessere. Lo scopo dello yoga è il Samadhi e grazie allo yoga possiamo ritrovare e riconoscere la nostra vera essenza.

Yogah Citta vrtti nirodha P.Y.S. I,2 Lo yoga è la sospensione delle modificazioni dei comportamenti di Citta, intendendo per Citta il mutevole aspetto psico-fisico-emotivo ed energetica della persona, l’individualità, la coscienza identificata.

Tada drastuh svarupe avasthanam P.Y.S. I, 3 Allora l’individuo risiederà nella propria vera natura.

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